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o dell’acqua, e quindi con quella del vapore, già come abbiam detto da tanto tempo conosciuto nel suo principio: le quali adottate ed applicate a quasi tutte le fabbriche in Inghilterra, ed in Francia, per le prime, rese queste due nazioni quasi le privatarie universali provveditrici delle manifatture.

Fu al certo grande la sorpresa che nella società produsse l’applicazione del vapore alle macchine manifatturiere. Allorchè poi questo nuovo agente si applicò ai mezzi di trasporto, prima marittimi, risolvendo così il problema fino a nostri giorni insolubile di vincere la potenza del mare, subordinandola al calcolo di spesa, e di tempo; e quindi terrestri, facendoli percorrere sopra strade a tal uopo costrutte che si chiamano ferrate, ponendo così a contatto immense distanze, il trambusto fu straordinario, per le vaste conseguenze e gli strepitosi effetti che questa applicazione dovea recare nei rapporti commerciali e sociali. Ma non era a meravigliarsi se nel tempo in cui gli uomini sono specialmente stimolati di moltiplicare e facilitare le comunicazioni, che è appunto una conseguenza di quell’istinto, e tendenza che è elemento essenziale della loro stessa natura, si facessero ad applicare il nuovo motore a questo importantissimo scopo.

Questo modo di percorrere con uomini e merci immense distanze colla celerità quasi del lampo, e con tenue spesa, rendeva alla nazione inglese un vantaggio incalcolabile sopra le altre, recando a tutte le sue manifatture ad infimo costo. Ciò che fu in lei libera speculativa scelta, fu necessità nelle altre, onde non essere sopraffatte nella gara commerciale; quindi, come avvenne nell’applicazione del vapore alle machine in genere, l’America, la Francia, il Belgio, l’Olanda, la