Pagina:Sull'opportunità delle strade ferrate nello Stato Pontificio.djvu/24

22


più grave, poichè niente meno si tratta che della sicurezza ed esistenza di uno Stato che dalle strade ferrate si temono gravemente compromesse; imperocchè, dicono, la facilità e prontezza con le quali le armate possono esser trasportate a grandi distanze, rendono uno Stato preda sicura di quel primo più forte aggressore cui ne venisse la volontà, non lasciando all’aggredito tempo nè di accorrere alla difesa, nè d’invocare soccorso. Certo che se una sola nazione, o Stato si fosse fatto, o si facesse privatario di questo nuovo mezzo di trasporto, i timori sarebbero seri e giusti per gli altri Stati che avessero difetto di tanto ed esorbitante vantaggio, di cui quello fosse in esclusivo possesso. Ma, generalizzate le strade ferrate, e rese comuni a tutti, la situazione tornerà nell’antico equilibrio. I medesimi effetti avrebbero prodotto l’invenzione della polvere, l’applicazione del vapore alla navigazione, se da uno solo, o da pochi si fossero esclusivamente adottate; ma fatta l’una e l’altra comune dalla umana prudenza, e più dalla necessità, disparvero affatto le funeste conseguenze dell’uso parziale, e considerar si devono quei ritrovati come importantissimi beneficii, resi alla società. Così è delle strade ferrate allorchè siano universalmente adottate; imperocchè se le armate di uno stato aggressore si trasporteranno ai confini dell’altro, con la stessa celerità vi accorreranno quelle dello stato aggredito, il quale con pari facilità e prontezza potrà non solo accorrere ove il bisogno si manifesti, ma ancora senza il minimo ritardo domandare e ricevere il soccorso delle amiche potenze.

Che anzi, se ben si osserva, l’adozione delle strade ferrate può somministrare il mezzo migliore per guardarsi da qualunque aggressione, perchè, ridotti gli aditi