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interroghiamo la storia di quell’epoca che dovette essere illustre, poniamo che per noi non resti bene svelata.

Non è più controversia in oggi l’asserire che il popolo tirreno, così famoso fra gli antichi navigatori, fosse formato dalle genti che abitavano le isole e le coste italiane; così è ora provato che parlava d’Italia il grande Omero quando diceva che Agamennone dopo dieci anni di supremi sforzi non avendo potuto riunire che piccol naviglio greco, per tragittare i suoi numerosi guerrieri d’Europa in Asia fu costretto a pigliare in prestanza le navi dai Tirreni. In fatti questi erano già in quell’epoca potentissimi sul mare che signoreggiavano, e doveano esser conosciuti in Grecia non perchè gli Elleni fossero andati a civilizzare la barbara Tirrenia, e per certo Omero non avrebbe mancato ad asserire tal splendido fatto, ma perchè i civili Tirreni avevano già da qualche tempo fondate nei mari di Grecia numerose colonie, di che gli stessi Greci ci tramandarono memoria colle loro favole, dicendo pure che i Tirreni che dettero le navi ad Agamennone, occupavano una piccola parte della costiera di Tracia di cui erano originarii. Ma come sarebbe mai surto a tanta vita civile così piccol popolo, circondato da quella crassa barbarie che ancor regnava sull’intiera Grecia, e che vediamo tanto bene dipinta nei pomposi racconti dei tempi eroici? Non è più semplice considerar quel paese come uno fra quei colonizzati da estranea gente, che poteva pur essere gente Tirrenica? Quali furono le prime relazioni fra la Grecia e l’Italia?