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deserti africani, perda il proprio colore e ritorni calcando un’egual via al medesimo paese? È ciò possibile? Non sarà forse meglio il credere utopica una tale induzione?


VII.


Fenici e Siri discendono dal ceppo arabico; ai tempi romani l’Arabia era ancor popolata da un popolo pastore, ma quella parte di esso che vivea sul Mediterraneo e con porti sicuri alla navigazione ed opportuni al commercio ben presto differirono dai lor connazionali, ed in tempi molto remoti arrivarono ad un grado considerevole di ricchezza e civiltà. Ove dunque ha principio tal civiltà? Al tempo di Sesostri doveano ancor essere o barbari o nell’infanzia, mentre quel conquistatore corse senza ostacolo il paese loro, ed i popoli liberamente costituiti non lasciarono mai di difendere i loro lari dall’estere invasioni. Manetone assegna a parecchi secoli dopo Sesostri la dominazione in Egitto dei re pastori, che erano per l’appunto barbari fenici, i quali desolarono quel paese circa al tempo dell’ebreo Giuseppe. Nella Bibbia ove tanto si parla del paese di Canaan, luogo ove poi sursero Tiro e Sidone, e degli Idumei; tribù che spandevano le greggi loro da Madian a Damasco, non troviamo traccia alcuna di popoli più civilizzati di quello che potessero essere poveri pastori. I Siri poi, oltre all’avere abitudini d’uomini rozzi e pastorali, erano anche avversi ai lavori delle più gentili e care arti, a causa delle loro particolari istituzioni; così credevano essi contaminato il marmo ove fosse