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padre, fondatori di civiltà a stupefatti popoli: perfino i Messicani, un tempo civilissimi, raccontavano ai barbari invasori spagnoli del secolo XVI, che in tempi remotissimi alcuni guerrieri di bianca razza giunsero sopra enormi mostri marini alle loro spiagge, raggianti di divinità, e dopo aver insegnato ai loro padri i rudimenti su cui si basa il viver civile, rimontarono sopra quei mostri che ad un cenno loro prontamente disparvero.

A me sembra che il più semplice osservatore nello avvicinare e nello studiare simili fatti dovrà convincersi che togliendo da essi quella parte soprannaturale, che gelose e stolte religioni lor dettero, speculando sulla debilità della coscienza umana per loro profitto, tutti questi tesmofori dovettero appartenere ad uno o più popoli commercianti e navigatori che nei primi tempi dell’emanazione della razza umana occupavano qualche paese floridissimo che li spediva in traccia o di nuovi popoli da istruire o di nuove contrade da usufruire. Quali potevano essere mai queste nazioni?


II.


L’uomo, cotesta emanazione di Dio, da principio dovette essere necessariamente nomade; per procacciarsi la sussistenza dovette vagare come quelle barbare tribù, che nei deserti asiatici o nelle vergini foreste americane sono costrette a percorrere immense distanze per procurarsi novello vitto. Propagandosi così la specie umana, ogni parte della ter-