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retrograda. Della quale, sopra la testa del cane, si leggono le lettere ΟΡ nitidissime; dietro di questo si vede un K, che potrebbe anche essere un N, e sotto, nell’esergo, A.

Se l’iscrizione, come pare, è intera, avremo dunque ΟΡΚΑ o ΟΡΝΑ secondo il diverso valore che si vorrà dare alla quarta lettera; ma poiché la prima parola non ha significato alcuno e la seconda lo ha, mi intratterrò solo di questa. Egli è da ricordare il nome di Venere ericina espresso nel dritto; e con quello par che accordi inesorabilmente il nome del rovescio. È noto come i Greci dessero all’Afrodite non celeste il nome di Ἑταῖρα1; ma pure troviamo tolto quel che poteva restare di gentile in questa voce, e gli abitanti di Abido adoperare addirittura lo sconcio soprannome di Πόρνη2. Il quale doricamente è espresso nella moneta dell’Erice, ove il santuario di Venere ebbe tanta rinomanza per le non caste grazie delle sue sacerdotesse. L’iscrizione del dritto prova che la figura muliebre è al certo quella della dea.



  1. Welcker, l. cit. II, 713.
  2. Ateneo, 572 c., 573 a.