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cie tenute dal cacciatore sono attributi che servono a dinotare un personaggio di ordine eroico, e che la siringa scolpita sulla roccia deve essere considerata come un simbolo locale che si riferisce al nome stesso di Pandosia, citando a questo proposito degli esempj sulla validità de’ quali resterebbe molto a dire, se la presenza della siringa adoperata nello stesso modo nelle monete di Arcadia, non ci togliesse la necessità di discuterli.

Il barone De Witte ha fatto dopo del Raoul-Rochette argomento di un suo articolo1 la figura sedente delle monete di Pandosia e di Mesma. Notata la presenza certa del fiume Esaro nelle monete di Crotone e la tradizione che quel fiume traesse il nome da un cacciatore che vi si annegò, sostiene che a questo cacciatore si riferisca la figura in quistione. La quale quando ha presso di sè una siringa non può essere che Pane, e anche questo dio è forse da riconoscere nella figura accompagnata da cani. Se non che, continua il De Witte, siccome sono noti i rapporti di Pandosia con Crotone, e queste monete ci mostrano la testa della celebre Giunone Crotoniate, così Pandosia potè anche prendere il tipo dell’eroe eponimo dell’altra città e in quelle forme rappresentare il dio Pane.

La supposizione del De Witte potrebbe avere qualche valore se nelle monete proprie di Crotone si trovasse espresso questo tipo: il che non accade. Del resto è superfluo il discutere più a lungo intorno all’opinione del dotto editore della Rivista Numismatica francese, posto che egli ha riconosciuto Pane in quelle rappresentazioni. Se il cacciatore Pane vi sta con le forme, del resto ignote, del cacciatore Esaro, questo non importa.

Ond’è ch’io riconosco quel dio nelle monete pandosine,

  1. È inserito nella Revue Numism., vol. IV, 1839, p. 412 segg.