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Un’altra città della regione de’ Brezj, Pandosia, ci ha dato una piccola, ma preziosa serie di medaglie relative al tipo ond’è parola. La monetina del Museo Britannico (Tav. III, n. 14) è un gioiello tale d’incisione che per l’accuratezza ond’è condotta, in tanta esiguità di proporzioni, rivaleggia con le opere più celebrate della gliptica antica. Il giovane cacciatore è qui seduto su di una rupe e il didrammo della collezione Santangelo (Tav. III, n. 13) ce lo mostra atteggiato in guisa da non essere possibile il disconoscere un rapporto certo con la moneta degli Arcadi; e questa moneta ci è pure ricordata dall’altra di Pandosia che sulla rupe ha scolpita una siringa1.
Egli è a mio avviso chiarissimo che come i Pandosini vollero nel dritto delle medaglie loro esprimere la testa della Giunone Lacinia tanto celebre in tutta quella contrada, nel rovescio poi a significare le origini arcadiche della lor città2 rappresentassero il dio Pane3 il di cui nome entrava nella composizione stessa del nome di Pandosia. Con simile intendimento improntarono sulle lor monete una testa di Pane gli abitanti di Panticapea della Tauride; e i monetieri della gente romana Vibia alla quale fu proprio il soprannome di Pansa. Malgrado ciò non tutti sono venuti in questa sentenza.
Il Raoul-Rochette4, guardando, siccome era suo costume, a qualche minuto particolare, più che al senso complessivo de’ monumenti, trovava che la lancia o le lan-
- ↑ La siringa è notata nel testo, ma non si vede bene nel disegno del Combe (Vett. populor. et regum numi., tav. III, n. 26) ond’è che non può più distinguersi in quello delle tavole Carelliane (tav. CLXXV, n. 2) che fu copiato dalla pubblicazione inglese.
- ↑ Fiorelli, Osserv., pag. 66.
- ↑ Il Fiorelli, Ann. di Num. pag. 6, dice: « La testa volta indietro in atto di ascoltar qualche cosa, pare ne accenni alla ninfa Eco, che sì gran parte ottenne nei miti panischi.
- ↑ l. c., pag. 237 seg.