Pagina:Sul tipo de’ tetradrammi di Segesta.djvu/34


– 27 –

Pandosia.


Dr. Testa muliebre in faccia, coi capelli sparsi e con una corona composta di palmette alternate con mezzi cavalli alati; con una collana e un orecchino di industre lavorìo.

Rov. Giovane ignudo seduto su di una rupe, a sinistra, col capo rivolto a destra. Di sotto ha un panneggio che pare gli cada dalle spalle; nella destra tiene due lance; a’ di lui piedi, cane giacente con la testa a destra: a sinistra, erma itifallico, con sopra una testa barbata; a destra, ΠΑΝΔΟ... (principio dell’iscrizione ΠΑΝΔΟΣΙΝΩΝ, Πανδοσινῶν, de’ Pandosini)1: nel campo, a sinistra, un N graffito. (Tav. III, n. 13).

Arg. 20 millim.

Collezione Santangelo.

Dr. Testa muliebre come nella precedente, ma sopra ha uno stephanos ornato di rosette.

Rov. Figura virile ignuda, seduta su di una rupe, a sinistra; con la destra distesa, pare che accenni qualche cosa a due cani che sono a’ suoi piedi rivolti pure nella direzione di quella; dietro della figura sedente, lancia: a dritta ΠΑΝΔΟΣΙΝ..; a sinistra, ΝΙΚ. In un cerchio. (Tav. III, n. 12).

Arg. 17 millim.

M. Britannico. Coll. Luynes. Coll. Santangelo.

Dr. Come nella precedente: ma nello stephanos sono aggiunte alquante palmette.

Rov. Giovane nudo e imberbe seduto su di una rupe, sulla quale è disteso un panneggio ed è scolpita, nella parte

  1. Stefano Bizantino per l’etnico di Pandosia avea Πανδοσῖνις e Πανδοσιανίς; queste monete provano l’esattezza della prima forma, già corretta dall’Holstenio.