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prodotto poi dal Torremuzza1. Ma il dotto editore non vide la nebride posta sulla rupe, nè rese esattamente la forma di questa2; nel rovescio i due pesci dell’esergo mutò in due foglie; sul capo alla figura muliebre fu posto un cappellino e le due mule divennero equum singularem3: errore ripetuto anche nella Doctrina4, non avendo posto la dovuta attenzione al numero delle redini (se ne contano quattro distintamente) e a quella linea che accompagna tutti i contorni e che nelle monete, non altrimenti che in alcuni bassorilievi e nelle pitture de’ vasi, serve ad indicare l’esistenza di un altro animale, senza che l’artista fosse obbligato a rappresentarlo.

Piuttosto che riprodurre l’esemplare viennese, ho preferito di pubblicarne un secondo ed ultimo proveniente dal celebre ripostiglio di Schisò, e di una freschezza notevole di conservazione, quantunque nel dritto abbia alcune croste di ossido. Il conio è diverso, ma pure molto simile a quello dell’altro esemplare.

Nella figura muliebre che guida il carro di muli parmi quasi certo che debba riconoscersi una personificazione della città stessa di Messana (ΜΕΣΣΑΝΑ). Esporrò altrove i motivi che mi inducono in quella credenza.

Dr. Lepre corrente a dritta; sotto, due foglie; sopra, testa barbata con orecchie e corna caprine; in giro, ΜΕΣΣΑΝΙΟΝ (Μεσσανίων, de’ Messanesi) da dritta a sinistra. In campo concavo.

Rov. Figura virile, seduta su di un carro a dritta tirato da due muli di passo, tenente insieme alle redini, una corta frusta; una Vittoria vestita e librata sulle ale

  1. Loc, cit. Auct. I, tav. V, 1. Il disegno dell’Eckhel è pure ripetuto ne’ Denkmäler di Müller e Wieseler, vol. II, tav. XLII, n. 528.
  2. Di una sporgenza della roccia nel disegno si è fatto un corpo isolato a forma di uovo.
  3. Loc. cit. p. 18.
  4. I, p. 222.