Pagina:Sul congiungimento del Mediterraneo all'Adriatico.djvu/2

102

Rambaldi ne compilarono il progetto. Caduto il grand’uomo, e ricaduta l’Italia sotto una turba di tirannelli che si chiamavan sovrani per la grazia di Dio, e avevano assunto il compito di tormentare l’italiana famiglia, non si pensò più a quella utilissima opera. Nel 1825 però l’ingegnere Pietro Ferrari, architetto della R. C. A. pubblicò una memoria (Roma, presso Lino Contedini 1825), che portava il titolo — "Dell’apertura di un canale navigabile, che, dall’Adriatico a traverso dell’Italia, sbocchi per due porti nel Mediterraneo". — Così a due diverse epoche e con due diversi mezzi e per direzioni diverse si studiava sin d’allora a formare questo colossale ponte di congiungimento fra i due mari che circondano per lunghissimo tratto la nostra bella penisola. Ed in ambedue i progetti i punti estremi da riunirsi erano Livorno ed Ancona, variando soltanto la direzione; chè pel primo era la valle del Metauro, pel secondo il traforo del monte di Fossato. E questo fra pochi mesi accoglierà nelle sue viscere traforate la locomotiva, e proverà agl’increduli (per mire di municipale interesse) che non era poi tanto restìo a volersi far bucare quanto eglino credevano. La valle del Metauro però attende ancora di essere utilizzata pel tanto desiderato, vantaggioso, indispensabile congiungimento de’ due mari, da Ancona a Livorno per Fano ed Arezzo. Ma ciascuno alla sua volta. Qualche anno indietro non era l’Italia, non era la Nazione che stava in cima de’ pensieri di chi commetteva progetti di ferrovie, ma l’amore del campanile; il quale era in relazione della grandezza dello Stato o della importanza della città di coloro che li commettevano. La Toscana aveva da ordinare le sue ferrovie in maniera che non temessero la concorrenza degli stati limitrofi. Il reame di Napoli studiava di farle tali che non toccassero i confini, perchè la peste ... politica del giorno non lo infettasse. Il Papa (che, come il suo divino maestro, lascerebbe le novantanove pecorelle per cercare di ricondurre all’ovile quella smarrita) ha timore che i lupi per mezzo delle ferrovie s’introducano nella mandria e la divorino, e perciò le dà e le ritoglie, fa mostra di volerle, e gode che ci sian guerre di campanile, perchè così acquista tempo, e Dio farà il resto. E questa volta lo ha fatto; ma per lui non è stato Iddio che ha operato, sibbene la Rivoluzione! I ducati piccoli ed impotenti subivano la volontà dell’Austria che in possesso della Lombardia costruiva ferrovie profittabili al commercio, ma principalmente