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paese. Ma vi siano pure timidi che fuggano, vili che preghino non mancheranno, perdio, animosi che dian di piglio alle armi, non mancherà l’esercito per tagliare a mezzo la corsa trionfale alle orde invaditrici. Si raccoglieranno pertanto dai dintorni truppe sui luoghi minacciati, si faranno altrove apprestamenti di difesa. Così il nemico non avanza, ma non indietreggia; i nostri non ancora abbastanza in numero non possono arrischiarsi a commettere battaglia, ed è molto se possono tenere in rispetto il nemico.

Finalmente la campagna è aperta; si fanno giornate, il nostro esercito vince, ma l’oste non si dà per vinta; invia nuovi reggimenti, stringe Bologna, minaccia Ancona con l'armata, e nel tempo stesso spinge avanti un corpo numeroso nelle Romagne mirando a quella piazza.

Ancona, in verità, non è ora facile preda pel primo che si attenti d’impossessarsene nè dalla parte di mare, nè da quella di terra come la era qualche anno indietro. Nulladimeno, ove si giungessse a serrarla in una cerchia di armati, non sarebbe da maravigliare se priva di soccorsi sfinita cadesse. Dunque Armata ed Esercito, ciascuno per la sua parte, debbono impedire che il nemico le si avvicini, debbono dargli battaglia lontano da essa; e, quando la sorte delle armi loro fosse contraria, raccogliersi da ultimo dentro que’ munitissimi baluardi per farvi una ostinata difesa.

Eccoci al momento di approfittare delle posizioni presso a Cattolica, che forti per natura possono ridursi fortissime e inespugnabili con l’arte. In quelle dunque si raccoglieranno poderosi corpi dell’esercito italiano con tutta sorta d’artiglierie che il luogo e lo scopo della difesa comportino. Ma donde, per qual via si avranno armi ed armati? I luoghi da’ quali possono inviarsi i soccorsi sono Genova e la Spezia. Le artiglierie, le munizioni da Alessandria non potranno inviarsi che a Genova, ed alla Spezia, donde a Livorno ed a Firenze. La ferrovia per Piacenza o sarà in mano al nemico, o da esso minacciata così da vicino da dover noi rinunziare a servircene. Ecco dunque la capitale centro di deposito di armi e di armati, che per le ferrovie, da quella dipartentisi, verranno inviati sul luogo ove si deve combattere.

Ora l’unica via per trasportare sì le une che gli altri è quella che prendendo le mosse dalla nuova capitale per Arezzo e Fo-