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godimenti, de’ quali le infime famiglie cittadinesche godono sotto gli stessi loro occhi: essi non hanno tende nè a’ letti, nè alle finestre, non hanno tappezzerie per coprire i muri, nè vernici sulle loro porte, nè orologi, nè infine molti altri oggetti, che nel loro stato d’incivilimento eglino neppure desiderano, e che pure contribuirebbero a rendere più dolce la loro situazione se la consumazione ne fosse loro permessa.

Non mancano dunque consumatori ad una nazione, ma i mezzi di comprare. Il sig. De Sismondi crede che questi mezzi saranno più estesi, quando i prodotti saranno più rari e per conseguenza più cari, e quando la loro produzione procurerà ai lavoranti una mercede più ampia. Il sig. Malthus crede che ciò accaderà quando vi sarà un numero maggiore di ricchi oziosi. Ricardo, e (i nostri avversarj nol negano) la maggior parte di quelli che hanno studiata l’economia delle nazioni, sono di parere, all’incontro, che se la produzione è più attiva, i processi speditivi più moltiplicati, in una parola più abbondanti i prodotti; le nazioni saranno meglio provvedute e più generalmente provvedute. Questa è la proposizione che attacca il sig. De Sismondi e che vuolsi giustificare.

In punto di fatto io potrei dire che i paesi nei quali i processi speditivi sono più conosciuti ed i prodotti più moltiplicati, come le provincie le più industriose dell’Inghilterra, degli Stati-Uniti, del Belgio, della Germania e della Francia, sono anche i paesi i più ricchi, o per meglio dire, i meno miserabili; ma questa semplice osservazione non basta. Eglino potrebbero andar debitori di questo vantaggio ad altre felici circostanze. Non sono essi ricchi, sebbene carichi d’in-