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Say, autore del Trattato di Economia pubblica, di cui si sono fatte varie edizioni, e crediamo di fare cosa gradevole ai nostri leggitori nel metterli a portata di fare un confronto che in un solo tempo dimostra: la diversità delle opinioni di uomini celebri sopra una materia che interessa tutti gli Stati, l’estensione delle loro dottrine, e la prova incontrastabile che molto resta ancora per fissare le idee sopra dati positivi.

Incominciano i riflessi del sig. Say:

«Fu inserito nel penultimo numero della Rivista enciclopedica (maggio 1824) un articolo del sig. De Sismondi sulla bilancia delle consumazioni colle produzioni, nel quale il pregievole autore rimette in campo i timori già altra volta esternati, che i progressi delle arti potessero moltiplicare i prodotti fino al punto di renderne impossibile lo smercio completo; dal che risulterebbe la rovina d’una quantità di produttori, principalmente nelle classi lavoratrici.

Questa dottrina è in opposizione con quella che il sig. Ricardo ed io tendemmo a stabilire nelle nostre opere, nelle quali è detto, che i prodotti gli uni cogli altri fra loro si comprano, e che la moltiplicazione loro non produce altro effetto che quello di moltiplicare i godimenti dell’uomo e la popolazione degli stati1. Io rispondo generalmente con qualche ripugnanza alla critiche, giacchè, mi sembra che la verità debba da se medesima difendersi, e che, se da se medesima difendendosi più lenti sono i suoi progressi,


  1. Vedasi il Trattato d’economia pubblica, 4 edizione, capitolo dello smercio.