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fredda Savoja; tanto è falsa l’opinione che ripete principalmente dalla salubrità e dolcezza del clima il prosperare dell’umana famiglia.

Nell’interno sono più popolate Alessandria (123), e Voghera (121), e la poco salubre Lomellina (107), che l’ubertosa Novara e Vercelli (90). Ma la Lomellina comprende Vigévano, antica città manifattrice, di ventimila abitanti. Delle province addossate al declivio settentrionale degli Apennini la più popolata è Alba (106), poi Novi (82), Aqui e Tortona (80), Mondovì (78), Cúneo (64), e men di tutte la romita Bobbio (49). E ad esse corrispondono colla stessa proporzione le alte valli internate nelle Alpi, Saluzzo (92), Pinarolo (82), Susa (55), Pallanza (42), Aosta (24). La Savoja non può dirsi popolosa che nella provincia di Ciamberi (90); e del resto le sue province sono quasi tutte all’imo della scala popolativa: il Genevese (62), il Ciablese (59), l’Alta Savoja (51), il Fossignì (50), la Moriana (30), e la Tarantasia (25), le quali ancora non seppero, come i loro vicini di Ginevra e Losanna, supplire col commercio e coll’industria alla poco liberale natura. Cosicchè, se si eccettua Ciamberì, abbiamo tra le undici infime cifre di popolazione tutte le altre otto province del regno che parlano francese, comprese Aosta e Nizza.

È superfluo lo svolgere con più parole tuttociò che questi semplici ma profonde cifre dicono in favore del commercio, il quale feconda le più anguste riviere maritime, e i monti d’Asti e di Chieri, mentre i latifondi di Vercelli e di Novara offrono indarno un facil pane alle generazioni, che sembrano ricusare di crescervi. I navigatori, reduci alla patria, si contendono a prezzo d’oro i poveri oliveti della Liguria, mentre i pingui arati e le ampie vigne avviliscono per mancanza di compratori, che possano investire in terra e in piantagioni i frutti d’una industre vita. L’argomento diviene più calzante, quando, dalla Terraferma Sarda, alla quale fin qui ci siamo circoscritti, si estenda alla vasta ed ubertosa isola di Sardegna, che appena conta 524,633 abitanti, ossia 22 anime per chilometro, mentre popolata come la Lombardia potrebbe giungere a tre milioni.

Ora si vuol dunque stendere dal mare alle interne province una rotaja di ferro, che traforando, ov’è più sottile, la parete dell’Apennino, penetri fino appiè dei colli