Pagina:Sui progetti di strade ferrate in Piemonte.djvu/13

154 strade ferrate

con cui le strade ferrate possono metter radice in un paese, e durarvi e giovare; il che consiste nel prestare immediato servigio alle maggiori masse di popolazione nei rapporti civili e commerciali che già corrono fra loro, e dai quali ben promossi e animati germogliano altri nuovi rapporti, e si prepara lo sviluppo d’altri centri d’industria e d’altre popolazioni. Ma una linea, che, passando attraverso a una catena di monti e a due pianure scarse d’industria e poste in un angolo del regno, va direttamente a gettarsi contro una frontiera, al di là della quale le grandi stradi ferrate sono ancora un desiderio, ripugnerebbe affatto alle massime fondamentali su cui questa nuov’arte si fonda.

Perlochè la linea che la società genovese propone per prima e principale, cioè quella che scorre sulla sinistra della Scrivia e del Po verso Pavia, dovrebbe esser una delle ultime, anzi appoggiarsi, come un’appendice, al buono e certo ésito delle altre. Quella poi ch’essa chiama “un ramo speciale, che volgerà ad Alessandria per continuare nella direzione di Torino”, è anzi per ogni conto la principale, adatta a divenire la grande arteria commerciale e militare del regno, e lo strumento delle sue communicazioni, della sua unità e della sua difesa. E perciò dovrebb’essere la prima, e sostegno e stimolo a intraprendere le altre. Vien seconda per importanza la diramazione di Casale, Vercelli e Novara, la quale collegherebbe Genova con quelle interne pianure, e quindi col Lago Maggiore, e, per quanto è possibile coll’attigua Svizzera e colla valle del Reno. Per ultimo quando si riunisse con una terza linea Torino a Vercelli, appena rimarrebbe il breve intervallo di sette miglia da Novara al Ticino, oltre il quale si potrebbe con breve intervallo raggiungere le strade lombardo-vénete, e compiere la rapida corsa fino all’Adriatico. Tutti i tronchi posti fra Vercelli e Milano servirebbero ad un tempo alle communicazioni nostre con Genova e con Torino, col Mediterraneo e colla Francia. Ma tutto questo impianto sarebbe sempre fondato sulla circolazione interna, collegando con Genova una ventina di grandi o piccole città, ossia tutte quelle a un dipresso che giaciono nel bacino del Po, con una popolazione complessiva di 600 e più mila abitanti. E pure avendo tutto l’aspetto d’un’opera d’interna e domestica providenza, si porgerebbe molto opportunamente