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Avanti la istituzione della Decima, esisteva il Catasto ordinato con legge 22 Maggio 1427 con cui furono nominati dieci deputati, ai quali fu data autorità di formare dentro un anno di tempo, un registro diviso per quartieri e per gonfaloni, o per le sedici contrade della città, di tutte le famiglie coi nomi e l’età dei componenti ciascuna di esse1.
Ed il Catasto del 1427 fu istituito per surrogare l'Estimo che esisteva fino dal XIII secolo e che era basato sulla stima dei beni, in cui però non seguivasi altra norma che l’arbitrio; ed i nobili e grandi che non erano mai tassati giustamente, diedero motivo al popolo di lagnarsi sì forte che la Repubblica fu costretta a provvedervi.
Ma tornando alle Decime, giova sapere che queste venivano pagate ogni anno in tre volte: a Maggio, Agosto e Dicembre. Chi non pagava dentro questo termine, cadeva in pena del dieci per cento; e se cadeva «in esazione cioè essendo molestato» — vale a dire se dava luogo ad atti giudiciali contro di esso e non potevan dir meglio che «esser molestato» — le pene o spese della molestia importavano un altro dieci per cento.
I cittadini che volevano godere il privilegio d’essere «degli Ofizi» dovevano pagar sempre una rata anticipata.
Vi era poi una tassa, detta dei registri, di soldi sedici l’anno, repartita però anch’essa in tre rate, più due soldi per la ricevuta ogni rata.
Chi aveva dodici figli, godeva l’esenzione dalle decime; ma doveva pagare «solamente per star netto di specchio e godere gli ofizi» i suddetti Registri, cioè la tassa di quattro quattrini il mese e un annata anticipata: ossia sedici soldi, finchè voleva durare a godere di tal privilegio; e dopo la sua morte la esenzione passava nei figli durante la loro vita, purchè stessero sempre in comune fra loro e non si dividessero.
Le Decime del contado, ossia sopra i beni posseduti dai