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chase si potevano appigionare tutte chon detto albergho e al presente poche: non vi si trova senone ladri e ribaldi che le vogliono torre a pigione e quando le togliessino se ne andrebbono chon Dio e cholle masserizie e cholla pigione... ecc.».
Seguitando a spigolare, troviamo che nel 1427 gli eredi di Simone Brunelleschi denunziano di possedere «una chasa atta a taverna nel chiasso di Malacucina» ed una casa «atta ad albergo a tenere femmine».
Luca di Francesco Pecori nella sua denunzia nello stesso anno dice di avere nel chiasso Malacucina «una chasetta chon chorte chon due usci duso delle donne cortesi (?)».
(5) Fu nel 1360 in occasione della guerra tra i Pisani e Fiorentini. Il castello della Petraja è oggi Villa Reale.
(6) L’osteria della Vacca, era presso l’angolo fra Via de’ Naccaioli e Via de’ Boni, ma nell’interno, dove corrispondeva un chiassolo.
(7) L’attuale via dell’Arcivescovado fra Piazza del Mercato Vecchio e la Volta de’ Pecori ebbe diversi nomi. Generalmente variavano a seconda dei mestieri che si esercitavano nelle botteghe poste nelle case situate ai due lati di essa. Così la troviamo ricordata col nome di Via dei Dadaioli nel tratto presso Piazza di Mercato, Via tra i Bicchierai, tra i Chiavajoli, tra’ Succhiellinai ecc. In antico si chiamò Via degli Agolanti nel tratto detto dipoi de’ Dadaioli e il punto dove sbocca Via della Nave si disse prima Canto del Parentado dal nome della loggia degli Agolanti, poi Piazza dei Succhiellinai.