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Sul Canto fra Porta Rossa e Via Monalda erano diverse case della famiglia Bartolini Salimbeni che dipoi acquistando parecchie case dai Deti, dai Monaldi, dai Dell’Ossa ed altri, edificò dal lato opposto di via Porta Rossa col disegno di Baccio d’Agnolo, il magnifico palagio cogli sporti, oggi dei marchesi Torrigiani, ed il vaghissimo palazzo corrispondente sulla piazza di S. Trinità, oggi per lungo e deplorevole abbandono ridotto in tristissime condizioni.
In Via Monalda sono tuttora le vestige di una delle antiche torri fiorentine: fu dei Soldanieri, poi degli Strozzi e circa il 1450 fu acquistata da Lionardo Bartolini. Qui appresso era fino a pochi anni addietro una delle succursali del Monte di Pietà, ch’era chiamata il Presto dei Pigli, non perchè quella antica famiglia vi avesse interesse; ma perchè era stato qui trasportato dalla sua primitiva sede sulla piazza dei Pigli.
Il nome di Via Monalda ricorda una celebre e potente famiglia che ebbe di fronte alla strada i suoi palazzi e le sue torri7. Però in altri tempi questo nome non fu sempre usato e la strada costituiva la continuazione del Corso degli Strozzi che andava dalla Via tra i Ferravecchi a Porta Rossa.
(1) L’affermazione deve considerarsi come una delle tante esagerazioni dei genealogisti dei secoli passati. Nei tempi a cui il fatto si riferirebbe, le chiese erano piccole ed umili e difficilmente avrebbero potuto avere ambienti capaci di servire a sepolcreti di questo genere. In ogni caso poi qualche traccia di simili sotterranei avrebbe dovuto esser pervenuta fino a tempi in cui gli storici avessero potuto parlarne di certa scienza.
(2) Vedi, Portate originali della Decima, gonfalone Lion Bianco (quartiere S. Maria Novella) 1427, posta di Jacopo detto Gabriello Soldanieri.
(3) Il nome attuale dovrebbe esser tolto e sostituito dall’antico, tanto più che il nome di Chiasso Altoviti distingue tuttora un vicolo fra Borgo SS. Apostoli e Lungarno Acciajoli, dove appunto gli Altoviti ebbero i loro antichissimi palagi.
(4) In una cartapecora dei Capitani del Bigallo recante la data del 15 febbraio 1369 si legge come donna Agostanza donna di Lapo di Neri di Lapo Losi Del Mula detto de’ Soldanieri del popolo di S. Trinità e Caterina donna di Matteo di Boninsegno e figlio del fu Loso di Vanni Del Mula de’ Soldanieri vendono ad Agnolo del fu Giovanni di Guido Scali un casamento con case e palazzo e molte altre case e botteghe detto il Palazzo de’ Soldanieri, confinante con Via Larga (oggi Via de’ Tornabuoni) Via Porta Rossa e il palazzo del fu Lippo Del Saggina.