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torri; dalla soave e pura bellezza del Rinascimento, fino alla esagerata profusione dei barocchi, fino alla incolora ed incerta architettura moderna, l’arte del fabbricare ha avuto la sua rappresentanza, il suo periodo dominante, in quel vecchio e pittoresco quartiere.

Firenze Romana ebbe là il suo Campidoglio sacro e temuto, i templi degli Dei pagani, il suo foro, le sue mura, abbattute poi, seppellite, nascoste sotto le nuove fabbriche, sotto le masse di rottami delle distruzioni, sotto le sabbie delle alluvioni dell’Arno ed oggi le tracce di tanta magnificenza dovranno ricercarsi nelle viscere della terra.

Firenze mediovale vi ebbe palazzi che parevano fortezze, protettori talvolta e talvolta oppressori, delle umili chiese e delle case modeste; vi ebbe le magioni dei suoi grandi cittadini, i fondachi dei suoi ardimentosi mercanti, le torri fieri strumenti delle fazioni, le sue prime e poetiche chiesette, le logge della sua nobiltà, le residenze delle sue potenti associazioni delle arti.

È l’intera storia di Firenze, colle sue vicende così varie e così alternate, la storia delle sue aspre fazioni, della sua grandezza commerciale, delle sue imprese guerresche, delle sue glorie artistiche che si leggeva su quegli edifizj ormai in parte atterrati, in parte destinati a cedere il campo a fabbriche moderne.

E il cuore di Firenze che sparisce, è tanta parte della sua caratteristica apparenza che si trasforma, ed è obbligo nostro lasciare almeno d’ogni cosa importante destinata a perire quelle memorie, quei dati che valgano a perpetuarne almeno il ricordo.

Ed ecco perchè è parso non tanto opportuno quanto doveroso, il raccogliere tutto ciò che può servire ad illustrare quella vecchia parte di Firenze.

Strade, piazze, palazzi, torri, chiese, edifizj diversi per uso e per forma, tutti hanno un interesse proprio e speciale,