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spirati i quali i Gonfalonieri delle compagnie procedevano alla nuova elezione.

I salari erano stabiliti nella seguente misura:

II capo-dieci aveva cinque soldi per ogni notte; i maestri e i porti tre soldi; ed i manuali due. Le rassegne avevano due lire al mese per ciascuno. Per ogni incendio al quale fossero accorsi, ricevevano di soprappiù, quindici soldi i capo dieci, i maestri ed i porti; ed i manuali dieci soldi; le rassegne dieci soldi ed il notaro che non aveva salario fisso, venti soldi per ogni volta che si recava sul posto dell’incendio.

Per «ogni offizio» ossia per la durata di ciascuna elezione, i Gonfalonieri delle Compagnie che costituivano il «Magistrato e capo di questa gente» potevano spendere fino a cinquanta lire, ma però per una volta tanto, «per masserizie necessarie alla estinzione dei fuochi, per risarcire le secchie, per comprar candele, panelli, olio e simiglianti cose».

Queste provvisioni ed emolumenti venivan pagati liberamente senza ritenzione alcuna dal Camarlingo di Camera, subito che era passato lo stanziamento dai Gonfalonieri di Compagnia. Tutti i dubbi, difficoltà e differenze che fussero occorse sopra tali materie, dovevano essere decisi dai Gonfalonieri suddetti.

Allorché si presentava il bisogno che la Guardia del fuoco dovesse prestar l’opera sua, i capo-dieci ed i maestri indossavano una «sopravvesta» di canovaccio o di cuoio — che facevano a loro spese — e sul davanti avevano dipinto una mannaia e di dietro il segno del quartiere. I porti pure avevano una «sopravvesta» simile; ma tanto da una parte che dall’altra vi avevano dipinta in rosso una secchia: in capo avevano una celata di ferro. I manuali non avevano sopravvesta ma la sola celata, ed appena si sentiva suonare a fuoco alcuna campana o tromba, dovevan subito


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