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Pietà fossero otto cittadini di specchiata vita, ed abili agli onori del Consiglio Generale. Sei di essi dovevano appartenere alle Arti maggiori e due alle minori, senza però che fossero scelti quartiere per quartiere, potendo anche appartenere tutti e otto ad un solo quartiere della città.

Furono mandati a partito quarantotto delle arti maggiori e sedici delle minori; e ne furono eletti sei dai primi che avevano avuto maggior numero di voti, e due dai secondi di maggior partito.

Questo nuovo ufficio andò in vigore il 1° gennaio 1495; ma prima di procedere a nessun atto della loro carica, fecero cantare una messa solenne allo Spirito Santo alla quale pubblicamente intervennero «acciocché la Divina Clemenza prestasse favore di fare ottimamente».

Gli officiali del Monte di Pietà non avevano alcuna remunerazione, ma godevano il privilegio di non aver divieto alcuno, nè durante il tempo che rimanevano in carica, nè dopo.

Prima di avere una stabile residenza nelle case de’ Lamberti, a cui si accedeva dalla Piazza che tuttora conserva il nome di «Piazza del Monte» gli officiali predetti si radunavano dove più loro piaceva e dove tornava loro più comodo, in una delle residenze delle Arti o in altro uffizio, senza che potesse essere ciò loro proibito.

Questi otto cittadini avevano l’obbligo di provvedere ai buon andamento del Monte di Pietà — o, come si diceva, della Carità — con tutte quelle cautele ed a quelle condizioni, che riconoscevano essere necessarie per corrispondere allo scopo.

Elessero questi ufficiali alcuni ministri perchè li coadiuvassero; e ad ogni loro richiesta il Capitano gli assegnava quei fanti che domandavano, e due famigli «del Rotellino» senza che dovessero aver nessun compenso.

Ebbero pure l’incarico, appena entrati in ufficio, di com-