Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/80

68 PARTE PRIMA

leghi, disse loro, non aver essi più di due minuti per deliberare, dopo del che tutto sarebbe perduto. Parecchi ufficiali della guardia civica, fra’ quali trovavasi il capo di battaglione Pietro Ballabio, si precipitarono in quella nell’aula, pallidi e spaventati. Il conte Benigno Bossi, altro dei capi della fazione dei sedicenti Italici puri, esclamò doversi promettere al popolo il richiamo dei deputati e la convocazione dei collegi elettorali; altri a lui si unirono per indurre i senatori a questa sì grave concessione. Allora il presidente, ben s’avvedendo che a lui sarebbe data la colpa se avveniva una carnificina, scrisse di suo proprio moto e senza consultare alcuno de’ suoi confratelli, queste parole sur un pezzo di carta: “Il senato richiama i deputati e convoca i collegi”. Ma questa carta, recata subito al popolo, non fu accolta a quel modo che dovea aspettarsi il conte Veneri. Temevasi che, attutato il tumulto, il senato non venisse ad altra deliberazione che avesse per effetto di annullare la prima. Le grida continuarono, e il conte Bossi ricomparve nell’aula significando a’ senatori come il popolo non acconsentisse a ritirarsi se non era anzi tutto disciolta la seduta. Fu forza sottomettersi di nuovo, e un altro scritto uscì dalle mani del presidente il quale diceva. “La deputazione è richiamata, i collegi convocati, e la seduta è sciolta”.

Ma dopo che il senato ebbe in tal guisa sottoscritta la sua propria sentenza; dopo che quel corpo, autorevolissimo per le qualità de’ suoi membri, e vero consesso nazionale, e conservatore naturale delle pubbliche libertà, fu per così dire scomparso dinanzi all’ira sciocca ed alle false prevenzioni d’una plebaglia demente, que-