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PARTE PRIMA | 67 |
ricisamente il suo desiderio. Non ottennero in risposta che grida confuse ed inarticolate, che davan suono di minaccia e d’invettiva anzichè di proposta e di domanda. Rientrati nel luogo delle consulte, ne uscirono un’altra, e poi di nuovo una terza volta, e sempre infruttuosamente, insino a tanto che il conte Verri, avendo ravvisato nella calca il conte Confalonieri, a lui difilato si volse, pregandolo di fargli conoscere che cosa si volesse quell’agitata moltitudine: al che il Confalonieri non si peritò di rispondere, volersi dal popolo il richiamo dei deputati e la convocazione dei collegi elettorali. Un ignoto pose in mano del conte Verri un polizzino scritto, dicendogli lo leggesse ai colleghi; e questo polizzino, che non fu letto pubblicamente, solo perchè non ebbevi il tempo da ciò, era di carattere evidentemente contrafatto, e suonava così: La Spagna e l’Alemagna hanno scosso il giogo francese; l’Italia dee fare altretanto.
Avea la calca oltrepassato il vestibolo, salita la scala, e affollavasi alla porta dell’aula delle consulte, e intanto la guardia civica, non che respingerla, parea lasciarle a bella posta aperto l’adito.
Erano di già entrati nell’aula delle consulte alcuni uomini d’alta statura, di cera terribile, male in assetto, che proferivano solo minacce e bestemmie, di quei tali insomma che vedonsi repentinamente apparire nei giorni delle rivoluzioni per isparire in appresso quando la quiete è ricondotta, e il cui concorso è riguardato come una sciagura, forse inevitabile, dagli amici della libertà; e di già s’appressavan costoro con curiosa premura ai vecchi senatori, fermi ed immoti, quando il conte Verri, accorrendo per l’ultima volta presso i col-