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30 PARTE PRIMA

migliorarla; ma per ottenere l’intento è forza accordarci con potentati che non potrebber vedere di buon occhio le nostre riforme. Ci troviamo perciò in grado di dover esigere date condizioni in ricompenso dell’appoggio che daremo a questo, anzichè a quell’altro sovrano. Ma qual è di loro cui sia più necessario il nostro appoggio, e che perciò più volonterosamente si adatterà alle riforme chiestegli da noi in iscambio? Non è egli il più debole? Ecchè? Dobbiamo ottener grandi concessioni, e ci faremo a chiederle al più forte, a quello che può agevolmente far senza di noi? Sarebbe questa una vera mattía, perciocchè, se imponesi la legge al debole, il forte l’impone egli stesso”.

Questi erano sensi veramente assennatissimi; ma non il senno, bensì la passione, la sconsigliatezza informa i partiti. Mentrechè i varii partiti surti contro il governo viceregale affaccendavansi, cospiravano, e trascorrevano a maneggi che difficile si è il qualificare, gli assennati, di cui ho testè fatto menzione, non avean nemmeno pensato a numerarsi, a conoscersi, e tampoco a pigliare alcun provvedimento per far prevalere la loro opinione. Deploravano essi l’acciecamento dei loro avversari; sforzavansi di aprir loro gli occhi coi ragionamenti; erano ascoltati con deferenza, ed anche con reverenza, ma appena erasi dileguato nello spazio il suono della loro voce, le ree passioni, l’invidia, l’ambizione forsennata, i privati rancori, gli stolti e ridicoli divisi superavano agevolmente la sana e incontrovertibile argomentazione di quei veri politici.

Ho sin qui parlato di tre partiti, l’austriaco, l’italico,