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210 PARTE SECONDA

in dubbio, le sue pretensioni sono sempre ben fondate. Se non che il titolo o la qualità che gli conferisce di sì bei diritti alla infallibilità, il titolo cioè o la qualità di inserviente alla Polizia, lo priva ad un tempo del titolo e della qualità d’uomo onesto ed onorato; donde avviene che l’ordine più infamato della società è appunto per questo l’ordine più potente. Arrogi che quest’ordine è assai numeroso e sempre più cresce di numero, perocchè la spia essendo tal fatta d’uomo che inspira minor fiducia d’ogni altro, non appena è trovato, che si pruova subito il bisogno di farlo spieggiare da altri. Ed ecco in quali termini stieno le cose, verbigrazia, in un villaggio. L’invigilatore d’offizio del Comune per la polizia, è il commissario di Distretto; ma in cambio di far fondamento sopra di lui, il direttore dà all’aggiunto l’incarico d’invigilare attentamente sopra di esso; ma non appena l’aggiunto ha accettato l’onorato incarico, che la sospettosa sollecitudine del direttore è di nuovo ridestata. Perocchè, come può egli confidare che costui sarà più fedele del suo capo, mentre ha un salario minore? Per lo che il primo commesso è fatto invigilatore sopra l’aggiunto, e fa riguardo a questi l’istesso ufficio che l’altro fa riguardo al commissario. Lo spionaggio forma in tal guisa una catena in cui vengono ad annodarsi anche i contadini che hanno un po’ di intendimento e d’ambizione. Il parroco è anch’egli talora uno degli annelli principali di questa catena; e il suo esempio, accompagnato dalle sue esortazioni, non basterà esso a persuadere ai semplici abitatori del contado che lo spionaggio è il punto in cui coincidono e felicemente si uniscono l’interesse e il dovere?