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PARTE SECONDA 181

lui i cortigiani, ma non iroso; e s’ei punisce, sì il fa per giustizia, e non per passione. La presenza del vecchio padre del Confalonieri turbò tuttavia quella serenità. Gettatoglisi dinanzi ginocchione, il vecchio chiedeagli grazia: esponeva le seduzioni a cui era stato esposto il figliuolo, rammentava i servigi da lui in altri tempi prestati, la devozione da lui e dalla sua famiglia sempre nutrita pei discendenti di Maria Teresa. Parlò alcun tempo, con favella interrotta da’ singhiozzi e dalle lagrime, cui asciugava per tornare a supplicare. L’imperatore taceva, ma l’ira che bollivagli in petto parea viepiù gonfiarlo. Proruppe alla fine. Alzatosi, e, deposto repentinamente il sussiego dignitoso e l’usata dissimulazione, si fece presso al vecchio infelice, il quale, sempre inginocchioni, chinava il capo e tenea giunte le mani; gli si chinò all’orecchio e alzando le braccia, come se, suo malgrado, avesse a percuoterlo, dissegli con amaro sorriso e con voce chioccia, ma forte: “Conte Confalonieri, conte Confalonieri, date retta a queste parole: a quest’ora voi non avete più figli”.

Pronta fu la contessa a sorreggere il vecchio suocero, che era stato come colpito da fulmine all’udire quelle parole. E, compressi gli affetti ond’era agitata, ripigliò ella le preghiere, cui l’imperatore, pentito forse dell’impeto a cui erasi lasciato andare, diede ascolto finalmente. Parve egli commosso, esitò e finì per promettere di spedire all’indomani lettere di grazia. Per l’indomani ei promise! e il corriere latore del comando di morte stava aspettando, trattenuto unicamente dal protettore della contessa! Raccapricciò la povera donna, perocchè rammentava un episodio dell’antica domina-