Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/165


PARTE SECONDA 153

liane che non le sono soggette, ma anche a quelli dei suoi sudditi lombardi. Perocchè, insino a tanto che essa mostrerassi oppressiva in Lombardia, pochi cuori italiani le saranno propensi.

Dopo una dimora di sei mesi in Piemonte, protratta ad onta dei riclami del re Carlo Felice e dei gabinetti europei, le truppe austriache non erano in verun modo disposte a far ritorno entro i loro confini. Il governo imaginò allora di chiarire i sospetti che di già aggravavano un gran numero di Lombardi, e di atteggiarsi come se fosse particolarmente minacciato dai fatti del Piemonte e interessato ad impedirne il rinnovellamento. Da quel punto l’occupazione del Piemonte per parte delle truppe austriache vestiva un tutt’altro carattere di prima. La cosa non avea più luogo a chiesta del re di Piemonte, nè più bastava che questo monarca rendesse grazie all’Austria per accommiatarla; ma all’incontro il Piemonte era dall’Austria occupato per essere ciò necessario alla propria tranquillità, sicchè toccava ad essa il far giudizio del quando potesse lasciarlo libero senza suo scapito.

Nove mesi pertanto dopo il termine della rivoluzione piemontese, che viene a dire in novembre del 1821, venne istituita in Milano una giunta estraordinaria per inquisire intorno agli accordi ch’eransi fatti tra i rivoluzionari piemontesi e i malcontenti lombardi. Quieta era cionnonpertanto la Lombardia in quel tempo; le madri dei giovanetti scolari arruolatisi nel battaglione di Minerva avevano riportata promessa dal conte di Strassoldo, presidente del governo di Milano, che la partecipazione di quei giovinetti alla sollevazione sa-