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150 | PARTE SECONDA |
chiarito per la costituzione. Questa lettera fu recata dalla contessa Fracavalli, che la nascose nella fitta sua chioma. Io non potrei descrivere l’effetto prodotto da quella lettera, e mi dorrebbe di dover attribuire al Confalonieri le ulteriori risoluzioni del principe di Carignano. Ognun sa che quel principe se ne stava a Torino, attorniato dai suoi ministri. Alla sera del 17 di marzo ei ragionò lungamente col conte di Santa Rosa, allora ministro della guerra, e con alcuni altri, e promise loro nel ritirarsi di pubblicare nel seguente giorno un bando che irreparabilmente lo astrignesse a far causa coi sollevati. Si sciolse dietro di ciò la conferenza, con ferma fiducia per parte dei seguaci della rivoluzione; giacchè l’ultime parole del principe, per quanto disse di poi il conte di Santa Rosa, erano sembrate concludentissime e lo avevano rassicurato sul futuro. Ma la mattina seguente si diffuse per tempo la notizia della partenza del principe, la quale immerse i rivoluzionari nella costernazione. Era egli di fatto partito alla vôlta della Lombardia. Giunse a Milano sotto nome supposto, e scese in un piccolo albergo all’insegna del Pozzo, poco stante dalla chiesa di Sant’Alessandro. Recossi dal maresciallo conte di Bubna, il quale all’annunzio della sua visita non fu poco meravigliato, e narrogli minutissimamente i progetti dei rivoluzionari, gli accordi fatti tra’ Piemontesi e Lombardi, e tutto quanto importava al maresciallo di ben conoscere1. E, ciò fatto, se ne ritornò.
- ↑ L’autore nel dar contezza di questo colloquio si è, giusta ogni apparenza, consigliato con l’imaginazione; chè non è a cre-