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124 PARTE SECONDA

tempo nella camera del generale, sorprendendolo così appena desto. Egli conosceva l’indole mite ed affettuosa di lui, l’affetto quasi appassionato ch’esso nodriva per la propria famiglia, la divozione di lui inverso la madre, la quale dal canto suo, pia e tenera com’era, lo prediligea fra tutti i suoi figliuoli, e non potea rassegnarsi a quella sciagura, tanto più che, sentendosi presso a morte, temeva di non più rivederlo. Non ignorava il Ghisilieri alcuno di questi particolari, e studiavasi di trarne profitto. Dopo chieste affettuosamente notizie della salute e della disposizione d’animo del generale, diceagli: “Vengo in questo punto di casa vostra. Ah quanto siete amato! Quante lagrime fa spargere la vostra sventura!” Nominava allora le persone più strettamente congiunte col generale, attribuendo ad ognuna di esse commoventi parole. Poi veniva a parlare della madre del generale. Moribonda allora nel letto per un insulto apopletico, essa era priva di cognizione; ma il figlio non erane edotto, e il Ghisilieri gliela dipingeva, all’incontro, come unicamente preoccupata del destino del figliuolo, e solo intenta a trovare il modo di procacciarsi l’immensa felicità di vederselo presso. “Vostra madre”, soggiugneva il Ghisilieri, “è una santa donna, ma non può stare senza di voi, e se non ritornate nelle sue braccia, essa morrà disperata”. Continuava il Ghisilieri in su quest’andare finchè avesse tratto a forza le lagrime agli occhi e sulle guance al generale; poi quando lo vedea tutto commosso e tremante, quando leggevagli in volto o ne’ sussulti del petto agitato, il veementissimo desiderio di tornare fra’ suoi, allora, facendo le viste di seguire il naturale corso del suo