Pagina:Strocchi - Elogi e discorsi accademici.djvu/137


137     

tempo omai, ch’io levi la falce da questo spinaio, e torni all’argomento.

I campi della critica letteraria furono già con tanta diligenza mietuti, che appena rimane luogo a qualunque minimo spicilegio. Ma poichè l’arte ermeneutica non ha determinati confini, è lecito ognora esaminare, se, e dove scrittore antico aspetti migliore dichiarazione. In questo numero sono a mio parere alcuni versi di Catullo e di Orazio, de’ quali esporrò i sensi, che mi sembrano i più veraci:

Carmen. XLVII.
Porci et Socration duae sinistrae
Pisonis, scabies famesque Mundi

Vel

. . . . . . scabies famesque Memmi.


Niuna di queste lezioni si può avere per buona. Si legga:

Scabies famesque Mundae.

Era Munda città della Betica, dove Cesare sconfisse Labieno, e i figli di Pompeo, che guidavano gli avanzi di quell’esercito. Ivi Pisone era questore con autorità di pretore, e per suo mal fare fu da’ cavalieri ispani ucciso in viaggio, come racconta Sallustio cap. xix. della guerra Catilinaria. “Piso in citeriore Hispaniam Quaestor pro Praetore missus est, annitente Crasso. Sed is Piso in provincia ab equitibus Hispanis ter faciens occisus est• Sunt qui dicunt, imperia eius iniusta superba