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DELLE TRADUZIONI
- Tentavit quoque rem si digne vertere posset.
- Hor.
Chiunque in abito modesto di traduttore si reca al cospetto della republica letteraria ode non di rado suonare d’intorno le voci pedante, pedanteria, voci usate a facilità di sentenziare, e a dire: tal fatta di lettere essere indizio di povero ingegno, di sterile fantasia; non ire accattando alle altrui porte chi può vivere del proprio; buon pittore non prodigar colori in ritrarre altrui pitture; non appartenere veramente le traduzioni alla classe delle arti belle; che dove non è inventiva, non è bell’arte; potersi comportarne l’uso a giovani nazioni, a giovani uomini, che nel tirocinio si adusano ai voli della fantasia, come fa chi nuotando con la corteccia ne’ placidi fiumi impara a combattere quando che sia i perigli delle marittime fortune. In fine il secolo fastidito di baie canore volere essere altamente ammaestrato, o cordialmente com-