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così sperando si è recati nemici gli Dei, e gli ha resi nostri confederati. Andiamo dunque, diss'egli, con fiducia d'animo, poiché noi siamo per dover combattere assistiti da sì possenti compagni. I Greci fatti animosi per le parole del loro capitano, ed attaccata la battaglia, misero in rotta i Barbari.
Parte che Agesilao veniva a Sardi, mandò certi, i quali spargessero fama, che egli palesemente, ed alla scoperta se ne andava a Lidia per ingannare Tisaferne; ma che nel vero egli era occultamente, e segretamente inviato verso la Caria. Come Tisaferne intese questa nuova, così egli adoperò in modo, che il presidio si mettesse in Caria. Ma Agesilao dall'altra parte correndo tutto dì le contrade della Lidia, ne fece copiosa preda.
Assaltò Agesilao il paese degli Acarnani, i quali si fuggirono alle montagne. Allora Agesilao non si curò di fare le scorrerie subitamente, ma trapassando a quelle parti oblique del paese, comandò che tutti gli alberi fossero svelti dalle radici. Gli Acarnani spressando la tardanza loro, e l'essere occupati intorno allo svellere degli alberi, scesero giù dalle montagne, ed entrarono dentro alle città, le quali erano nella pianura. Ma Agesilao essendo corso di notte in fretta cento sessanta stadii1, la mattina per tempo, trovando gli Acarnani nella pianura, fatta gran preda di bestie, e di altre cose, quindi si partì.
Avendo inteso Agesilao, come i Tebani avevano pre-
- ↑ Venti miglia, o sia circa sette leghe di Francia.