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voi, e queste sono le cose per le quali fate guerra con essi.

I compagni biasimavano i Lacedemoni dicendo: Noi combattiamo con maggiore numero di gente, e i Lacedemoni con pochi soldati. Agesilao pertanto comandò che i Lacedemoni sedessero nella pianura in disparte, ed il simile eziandio facessero i compagni. Mentre adunque che essi sedevano di questo modo per ricevere la sentenza, il trombetta gridò, levinsi i fabbri, e così se ne levarono molti. Finalmente egli comandò che si rizzassero i legnajuoli e gli altri artefici per ordine, di modo che quasi tutti i collegati si levarono in piedi, e nessuno de' Lacedemoni si levò, perciocchè egli era vietato loro esercitare le vili arti mercenarie. A questo modo i compagni conobbero come erano vie più i soldati dei Lacedemoni, che i loro.

Veggendo Tisaferne, come Agesilao era già passato nell'Asia, e dava il guasto allo stato del re, fece tregua con essolui per ispazio di tre mesi; nel qual tempo si dovea combinare presso il re che le città greche dell'Asia avessero a rimanere in libertà sotto le proprie leggi. I Greci dunque attendevano il fine del tempo secondo che era stata ordinata la triegua. Ma il persiano in quel mezzo, raunato un grosso esercito, venne assaltare i Greci, nel cui animo si destò ad un tempo maraviglia, e spavento. Allora Agesilao mostrandosi tutto lieto in viso, ed ebbro per allegrezza, disse: Io ringrazio in iscambio Tisaferne del pergiuro; perciocchè egli