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Si metteva in punto Agesilao di combatter a Coronia più fortemente che per alcun tempo vi fosse stato mai combattuto, allorchè venne uno, che gli diè ragguaglio come Pisandro navarco de' Lacedemoni, sopraffatto da Farnabazo, era morto in battaglia. Acciocchè dunque l'esercito non si spaventasse, e ad un'ora prendesse di ciò dolore, Agesilao comandò al mandato che dovesse nunziare il contrario ai soldati, cioè che i Lacedemoni erano vincitori per mare. Ed egli eziandio per confermare la nuova, uscì fuori inghirlandato, e fece i sagrifizj, e ne mandò la parte agli amici. Udito ch'ebbero i soldati, e vedute queste cose, divenuti più animosi cominciarono a combattere con maggior prontezza, ed allegrezza d'animo a Coronia. Laonde i nemici messisi in fuga, Agesilao comandò che si dovessero lasciar fuggire liberamente.

Agesilao, aveva di già superati gli Ateniesi a Coronia, quando essendo egli avvisato da un certo uomo come i nemici si fuggivano al tempio, comandò che si dovessero lasciar andare ovunque essi volevano, perciocchè egli era cosa pericolosa volersi azzuffare con que', che quasi che disperati da capo comincerebbero a combattere.

Persuase Agesilao a Soldati, mentre ch'egli era in Asia, che non dovessero stimare punto i nemici, che eglino insino allora avevano temuti. Perché spogliati i Persiani, e mostrandoli a Greci come erano deboli di corpo, e bianchi per morbidezza, ed indicando similmente gli ornamenti loro, e le vesti preziose, brevemente disse a suoi: Costoro sono que' che combattono con