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Conone a Farnabazo porgendo ajuto, mentre che l'Asia era saccheggiata da Agesilao, persuase al Persiano, che agli ambasciatori delle città di Grecia mandasse denari, acciocchè essi da quelli essendo corrotti, inducessero le loro città a far guerra a Lacedemoni. I quali ciò persuasero in guisa che ne nacque la guerra di Corinto. Così gli Ateniesi rivocarono Agesilao di Grecia.
Conone essendo rinchiuso nella città di Mitilene, e da Lacedemoni assediato, sommamente desiderando di far ciò intendere agli Ateniesi, nè potendo di segreto mandare chi vi navigasse, acconcie due barchette, vi pose dentro due de' rematori più destri e valorosi; ed in tal guisa fatte apprestar tutte le cose più necessarie, impose che nelle navi si fermassero. E veggendo la sera i custodi sparsi in diverse parti, altri prendendosi cura dei loro corpi, altri accendendo il fuoco, ed altri acconciando le legna; mandò allora le navi, con ordine che tener dovessero il corso l'una all'altra contrario, acciocchè se questa venisse presa, quella se ne andasse libera: ma i nemici in preda all'ozio ed alla pigrizia, temporeggiando a darle di caccia, l'una e l'altra si salvarono.
Conone volendo incominciare la pugna navale, essendogli apportato da un fuggitivo, che le più elette galee de' nemici si univano per prender nave di lui, ne apparecchiò una somigliante alla sua, e de' suoi ornamenti vestì il capitano, e posela al destro corno, comandando che da lei il segno si dasse a tutta l'armata. Ciò veduto da nemici, essi subito ne