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golar valore, a quegli ne andò. I quali presi, e messi in prigione, Ermocrate esci fuori con trecento armati, ed avendo fatti prigioni gli altri servi, giurò loro nella sua fede, che punto di pericolo non avrebbono, se ciascuno ritornasse al suo padrone. Essi in tal guisa persuasi vi tornarono; perciocchè quasi trecento se ne erano agli Ateniesi fuggiti. Gli Ateniesi alla perline in una pugna navale nella Sicilia furono vinti, e di notte deliberarono di fuggirsi. I Siracusani facendo per cagione dell’acquistata vittoria i sagrifizj, che epinicj sono detti, e divenuti ubbriachi pel vino, a dormire si diedero. Onde Ermocrate per non gli condurre ebbri e sonnacchiosi nella battaglia, mandò per un fuggitivo a dire a Nicia, che tutti ancora erano in anni. Gli fu quindi dagli amici, che si teneva per consiglieri, predetto, che s’ei si movesse di notte, cadrebbe in insidie. Credendo Nicia l‘inganno, aspettò il giorno, in guisa che la notte gli alloggiamenti non mosse. Laonde Ermocrate, già essendo digerito il vino col sonno, risvegliò i Siracusani, che più forti e valorosi erano, i quali avendo primieramente occupati i guadi dei fiumi, ed i ponti, gli Ateniesi con molto loro scempio uccisero.
Eteonico
Conone ateniese facendo nella città di Mitilene guerra ad Eteonico spartano venne con molta celerità Cela a fargli sapere, che Callicratide ammiraglio de’ Lacedemoni era da nemici stato vinto all’Arginuse. Laonde