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veniva seco alle mani, e se fuggiva gli era alle spalle. Onde Alcibiade si fermò di notte; ed avendo molte legna tagliate, dentro vi accese il fuoco, e lasciandole, si diparti. Come agli occhi de’ barbari si scoperse lo splendor del fuoco, essi indubitatamente credettero che i Greci fermati si fossero. Ma avvedutisi poscia dell’inganno, cercando con molto impeto di passare oltre, e trovando la strada dal fuoco impedita, rimasero di seguitarli.

Alcibiade per vietar, che i nemici non potessero fuggirsi nella città, mandò a Cizico Teramene, e Trasibulo con armata di molte navi. Da poi egli si mosse con pochi legni per attaccar la battaglia navale. Onde Mindaro sprezzando quel picciol numero gli uscì all'incontro con maggior copia; ed avvicinandosi, Alcibiade finse di fuggire, in guisa che Mindaro, non altrimenti che vinti gli avesse, pien d’allegrezza li seguitava: ma quando a Teramene, ed a Trasibulo furono vicini, Alcibiade levando il segno, volse le navi contro i nemici. Perchè Mindaro rivolgendosi verso la città, Teramene se gli appresentò innanzi, e lo respinse: rivoltosi a Cleros, come diconsi quelle terre de’ Ciziceni, procurava ivi di mettere il piè a terra, ma quivi eziandio fu impedito di poter discendere dalle genti di Farnabazo. Laonde Alcibiade dandogli la caccia, le navi che combattevano in alto mare, ruppe, e fracassò; e quelle che davano in terra ritirava con alcuni uncini di ferro, fatti a guisa di mani, ed oltreciò quelli che smontavano erano respinti da Farnabazo. Nel fine Mindaro con la sua morte diede ad Alcibiade gloriosissima vittoria.