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Pisistrato.
Pisistrato dall’Eubea avendo mandato l’esercito nel territorio degli Ateniesi verso Pallenide, e incontratosi nelle prime compagnie de’ soldati, ne fece grande uccisione. Parimente marciato alquanto più innanzi, gli vennero incontro molti più che i primi. Quivi egli comandò a suoi soldati, che si dovessero inghirlandare la testa, e non ammazzassero que’ che venivano loro incontro; ma affermassero loro, come avevano fatto l’accordo co’ primi. Gli Ateniesi a ciò prestando fede fecero la pace, e concessero la città a Pisistrato. Costui, salito sul cocchio, si pose a lato una donna leggiadra e grande, la quale per nome si chiamava Fia, armata con l’armi di Pallade, facendo pensare perciò agli Ateniesi che Minerva aveva mandato senza pericolo Pisistrato. E così egli si fece tiranno degli Ateniesi.
Desideroso Pisistrato di levar l’arme agli Ateniesi, mandò un bando, che tutti dovessero andare con l’arme in Anaceo. Quivi venuti che furono tutti, egli uscì fuori per ragionar loro, e perciò diè principio alla sua dicerìa con voce bassa e sottile. Ora non potendo eglino intenderlo bene, gli comandarono che dovesse andare nell’entrata affine che tutti lo potessero intendere. Il quale seguendo pure il parlar suo sotto voce, ed eglino stando con le orecchie attente ad ascoltarlo, uscendo fuori i compagni gli levarono l’arme, e le portarono nel tempio Agrauli. Ma gli Ateniesi veggendosi abbandonati, e spogliati dell’arme, allora finalmente si avvidero che Pisistrato aveva usato la voce sottile a bel