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Ma io stimo ancora che Proteo, il quale soleva mutarsi in ogni sorte d’animali e d’alberi, non pigliasse: mai forma d’animale nè d’albero; ma Omero fu quel che ridusse in favola la mutazione delle sue astuzie; perciocchè egli era sufficiente a vincere con inganni ognuno ch’ei voleva. Sappiamo ancora che Ulisse si vantava dell’accortezza degli inganni suoi.

     Io sono Ulisse, che ciascuno inganno,
     E il nome mio sopra le stelle vola.

Ed i capitani ebbero a dire, ch’egli era stato cagione che si fosse avuto vittoria,

     Fu presa Troja col tuo pazzo consiglio.

E similmente affermano altrove alcuni altri, che la città d’Ilio fu presa per lo consiglio, per l’industria, e per lo fallace artificio d’Ulisse. E spesse volte Omero celebra gli stratagemmi, ch’egli usò contra i nemici,

     Doma sempre costui con aspre busse.

Dicendo ch’egli finse d’essere rifuggito a nemici. Il cavallo di legno ancora, il quale Epeo fabbricò con Pallade, fu stratagemma d’Ulisse. E giustamente ancora il Nessuno, il vino, il tizzone, ed il montone, si possono chiamare stratagemmi usati contro il Ciclope. Ed oltre ciò la cera, ch’egli pose alle orecchie dei compagni, ed egli che si legò diritto all’albero della nave. Perchè ciò s’immaginò egli contra la Musica pericolosa. Ma che diremo noi della tasca del mendico, e ciò ch’egli finse verso Eumeo, o Penelope?

     Ingannò col narrar molte menzogne
     Simili al vero.

E che dirò io ancora de’ giuochi della lotta, e del