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colonnelli, o capi di seicento uomini, e a tutti quanti gli altri uffici di guerra, quando essi vedranno le virtù, e gli artificj degli antichi consigli e successi. Perciocchè fortezza si chiama, quando alcuno vince con forza i nemici che combattono: e il consiglio è, quando altri senza battaglia acquista la vittoria con arte e con inganno. Perchè la prima sapienza degli onorati capitani è l’acquistare la vittoria senza pericolo. Ma assai molto meglio è, il macchinare ancora un certo che nella battaglia istessa, acciocchè s’acquisti la vittoria col consiglio che previene il fin della giornata. E questo consiglio mi pare che anco Omero lo dia. Perchè dicendo egli spesse volte, o per forza o per inganno, egli non comanda niente altro, se non che si debbano usare le arti e gli stratagemmi contra i nemici: e quando pure queste cose non riescano, che allora si faccia prova della forza e gagliardia de’ corpi.


Quai furono coloro che usarono l’inganno.


Dicesi adunque che il primo che usò fallacie ed inganni fra Greci, fu Sisifo figliuolo d’Eolo. Testimonio’ n’è Omero.

Già fu Sisifo astuto e molto accorto.

Il secondo, che si dilettò d’ingannare, fu Autolico figliuol di Mercurio, prode nelle ruberie. E di ciò ancora fa testimonianza Omero.

Autolico ingannò gli uomini un tempo
Con giuramenti e manifesti furti;
E ciò fu di Mercurio illustre dono.