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che la piaga recente con agevolezza maggiore si sana che non si fa la vecchia. Così parimenti — mi perdonarete, donne, — debbe fare il marito, quando prende moglie: ciò è non lasciarla aver balía sopra di lui, acciò che, volendole poi provedere, non possi, ma l’accompagni fino alla morte: sì come avenne ad un soldato, il quale, volendo castigar la moglie, e avendo troppo tardato, pazientemente sopportò fino alla morte ogni suo diffetto.
Furon — non molto tempo fa — in Corneto, castello di Roma nel patrimonio di santo Pietro, duoi fratelli giurati, i quali non altrimenti s’amavano, che se di uno istesso ventre nati fossero: l’uno di quali chiamavasi Pisardo, l’altro Silverio: ed ambidue facevano l’arte del soldato, ed avevano stipendio dal papa. Ed avenga che l’amor tra loro fusse grande, non però abitavano insieme. Silverio, che era minore di età, non avendo governo, prese per moglie una figliuola d’un sarto, Spinella chiamata: giovane bella e vaga, ma di cervello gagliarda molto. Fatte le nozze, e menata la moglie a casa, Silverio della lei bellezza sì fattamente s’accese, che li pareva non poterle dar parangone; e le compiaceva di tutto quello che ella gli addimandava. Per il che Spinella venne in tanta baldanza e signoria, che nulla poco conto faceva del suo marito. Ed il caprone era già venuto a tal condizione, che, quando le imponeva una cosa, ella ne faceva un’altra: e quando egli diceva, vien qua, ella andava in là, e di lui se ne rideva. E perchè il minchione non vedeva per altri occhi se non per gli suoi, non ardiva riprenderla, nè al diffetto prendeva rimedio; ma a suo bel grado la lasciava far ciò che voleva. Non passò l’anno, che Pisardo prese per moglie l’altra figliuola del sarto, nominata Fiorella: donna non men bella d’aspetto, nè