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L’enimma da Eritrea recitato a tutti sommamente piacque: e niuno l’intese, salvo che ’l Bembo; il quale disse esser un uccello molto codardo, nomato perdigiornata: e ne’ luoghi paludosi solamente abita, perciò che si pasce di carogne; e tanta è la poltroneria sua, che tutto ’l dì posa sopra un palo, e vagheggia e pesci che passano: e vedendone un grande, non si muove, ma lascialo passare, aspettandone uno maggiore; e così dalla mattina fino alla sera se ne sta senza mangiare: e continovando sopraggiunge la notte: e incalciato dalla fame, scende giù nel fango, e va per la palude cercando e vermi; e di quelli si pasce. Eritrea, udita e intesa la dotta isposizione del suo enimma, ancor che noiosa le fusse, pur s’acquetò; aspettando luogo e tempo di rendergli il cambio. Cateruzza, che vedeva l’enimma esser già venuto al fine, non volse altro comandamento aspettare; ma schiaritasi la voce alquanto, in tal guisa disse.


FAVOLA II.


Duo fratelli soldati prendono due sorelle per mogli; l’uno accareccia la sua, ed ella fa contra il comandamento del marito; l’altro minaccia la sua, ed ella fa quanto egli le comanda; l’uno addimanda il modo di far che gli ubidisca; l’altro gli lo insegna. Egli la minaccia, ed ella se ne ride; e alfine il marito rimane schernito.


Il savio e aveduto medico, quando vede una infermità doversi causare in alcun corpo umano, a conservazione sua prende quelli rimedii che li paiono migliori: non aspettando l’infermità sopravenga; e perciò