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che voi mi concederete. Onde, non volendo mancare della promessa fede, mi è forza di dare a ciascun di loro la parte sua, e io ne rimarrò senza. Il papa, intesa la cosa, assai si risentì; e fatti e camerieri a sè venire, ordinò che si spogliassino e, secondo che Cimarosto promesso l’aveva, fussero battuti. Il che fu subito essequito. Ed avendo il giovane a ciascuno di lor duo date dodeci staffilate, e mancandone una al numero di venticinque, ordinò il papa che l’ultimo ne avesse tredeci. Ma Cimarosto disse: Non bene si conviene, perciò che egli arrebbe più di quello che io li promisi. — Ma come si farà? disse il papa. Rispose Cimarosto: Fategli legare ambiduo sopra una tavola, uno appresso l’altro con le rene in su; ed il giovane gliene darà una buona, che accingherà indifferentemente l’uno e l’altro, e così ciascuno ugualmente arra la parte sua, e io ne rimarrò libero. Partito Cimarosto dal papa senza rimunerazione alcuna, fu per le sue pronte risposte dalle persone circondato. Ed avicinatosi a lui un prelato che era buon compagno, disse: Che è qui da nuovo? E prestamente Cimarosto rispose: Non altro, salvo che dimane si criderà la pace. Il prelato, che creder no’l poteva, nè ragion vi era che creder lo dovesse, disse a Cimarosto: Tu non sai quel che tu ti dici, perciò che egli è tanto tempo che ’l papa e Franza guerreggiano insieme, nè mai si ha sentita parola di pace. E fatto lungo contrasto insieme, disse Cimarosto al prelato: Messere, volete che vada un godimento tra noi, che dimani si griderà la pace? — Sì, rispose il prelato. Ed in presenzia di testimoni misero dieci fiorini per uno a godere insieme. Partitosi il prelato con animo di far gozzaviglia a costo di Cimarosto, allegramente se n’andava. Ma Cimarosto, che non dormiva, andò al suo alloggiamento;