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sopra un letticello, presso lei si coricò e seco prese gli ultimi frutti d’amore. I duo amanti stettero due grand’ore in dolci ragionamenti e stretti abbracciamenti; e la giovane molto paga e contenta dal calogero si partì, lasciando però buon’ordine di ritornare a lui. La giovane, che già era assuefatta a i dolci cibi del calogero, ogni volta ch’ella vedeva il lume acceso, a lui nuotando se n’andava. Ma l’empia e cieca fortuna, mutatrice di regni, volvitrice delle cose mondane, nemica di ciascun felice, non sofferse la giovane lungo tempo il suo caro amante godere; ma come invidiosa dell’altrui bene, s’interpose e ruppe ogni suo disegno. Imperciò che sendo l’aria da noiosa nebbia d’ogn’intorno impedita, la giovane, che avea veduto l’acceso lume, si gettò nel mare; e nuotando, fu da certi pescatori, che poco lontano pescavano, scoperta. I pescatori, credendo lei esser un pesce che nuotasse, si misero intentamente a riguardare; e conobbero lei esser femina, e videro lei nella capanna del calogero smontare. Di che si maravigliarono assai. E presi e lor remi in mano, aggiunsero alla capanna: dove postisi in aguaito, tanto aspettarono, che la giovane uscì fuori della capanna, e nuotando se n’andava verso l’isola di mezzo. Ma la meschinella non seppe tanto occultarsi, che da’ pescatori non fusse conosciuta. Avendo adunque e pescatori scoperta la giovane, e conosciuto chi ella era, e veduto più volte il periglioso passaggio, e compreso il segno dell’acceso lume, deliberarono più fiate tra se stessi tenere il fatto occulto. Ma poscia considerato il scorno che poteva avenire all’onesta famiglia, e il pericolo di morte in cui la giovane incapar poteva, mutorono openione, e al tutto tal cosa a’ fratelli della giovane deliberarono palesare; e andatisene alla casa delli fratelli di Malgherita, di punto in