teri; inde prese un dilicato liquore e una giocciola ne bevè, ed altrettanto ne diede ad Isabella bere. E bevuto che ella ebbe, così le disse: Isabella, tu sai che noi siamo qui ridotte per far uno scongiuro, acciò che intendiamo del marito tuo; però è bisogno che tu sii costante, non temendo cosa che tu sentesti o vedesti, che spaventevole fusse. Nè ti dia l’animo d’invocar Iddio, nè santi, nè farti segno di croce, perciò che non potresti tornar a dietro, e staresti in pericolo di morte. Rispose Isabella: Non dubitate punto di me, Gabrina; ma state sicura che, s’io vedesse tutti e demoni che nel centro della terra abitano, non mi smarrirei. — Spògliati adunque, disse la maga, ed entra nel cerchio. Isabella, spogliatasi e nuda come nacque rimasa, nel cerchio animosamente entrò, Gabrina, aperto il libro e parimente entrata nel cerchio, disse: Per la potente virtù che io mi trovo avere sopra voi, principi infernali, vi scongiuro che immantenenti vi appresentate dinanzi a me. Asharoth, Farfarello e gli altri prencipi di demoni, astretti dal scongiuro di Gabrina, con grandissime strida a lei subito s’appresentaro; e dissero: Comanda ciò che ti piace. Disse Gabrina: Io vi scongiuro e comando che senza indugio alcuno e veracemente mi palesate dove ora si trova Ortodosio Simeoni marito d’Isabella, e s’egli è vivo o morto. — Sappi, Gabrina, disse Asharoth, che Ortodosio vive ed è in Fiandra: e dell’amor d’Argentina è sì focosamente acceso, che della moglie più non s’arricorda. La maga, questo intendendo, comandò a Farfarello che in un cavallo si trasformasse, e là, dove era Ortodosio, Isabella conducesse. Il demonio, in cavallo trasformato, prese Isabella; e levatosi nell’aria, senza ch’alcuno nocumento ella sentisse nè timore avesse, nell’apparir del sole nel palazzo d’Ar-