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fuori di seno un duro osso di peschio, e gettollo in alto; e subito alzossi e panni, e quello prese con le natiche, e sì fattamente lo strinse, che lo ruppe, e fecelo venire non altrimenti che minuta polve. Il vicario, che era prudente e savio, cominciò con le donne maturatamente considerare le prodezze di tutta tre le donne; e vedendo che non se ni poteva aggiungere, tolse tempo a pronunciare la diffinitiva sentenzia. E perchè negli suoi libri egli non seppe mai trovare la decisione di questo caso, il lasciò irresolubile, e sino a questo giorno ancora la lite pende. Voi adunque, sapientissime donne, darete la sentenzia, la quale per la grandezza della cosa io non ardisco proferire.
La favola dal Bembo raccontata diede più a gli uomini che alle donne materia di ridere, perciò che elle per vergogna ponevano il capo in grembo, nè ardivano sollevarlo. Ma gli uomini ora una cosa ora un’altra sopra la raccontata favola dicevano, e piacere non picciolo ne prendevano. La Signora, veggendo gli uomini sconciamente ridere e le donne come statue di marmo rimanere, comandò che ogni uno tacesse, nè più si ridesse; e che il Bembo coll’enimma l’ordine seguisse. Ed egli, che aveva detto abbastanza, voltossi alla vaga Lauretta, e disse: Il tocca ora a voi, signora Lauretta, raccontare l’enimma. Se noi vi abbiamo contentata in una cosa, non vogliamo contentarvi nell’altra. Ed ella, che non volse far altra resistenza, perchè il debito no ’l portava, allegramente così disse.
Una ve ne dirò di molta stima,
Quantunque paia più sozza, ch’oscura.
Il mio compagno resta, io ascendo in cima:
Ed una cosa molto soda e dura