Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/288


— 276 —

pose adunque il fatto in senato, e accettati i punti della disputa in presenzia del popolo fece publicamente la sperienza, dimostrando il nero per il bianco e il verde per il nero, credendo esso cieco che parimenti gli altri fussero ciechi. Nondimeno per buona sorte, sì per danari, sì per gran favore e amicizia, fu approvato e fatto dottore. Per il che accompagnato da gran comitiva di onorate persone, andando per la città con suoni di trombe e piffari, venne a casa con veste di seta e di porpora, sì che parea più presto uno ambasciatore, che un dottore. Un giorno questo eccellente magnate, vestito di porpora con la stola di veluto, fece alcune cartelle, e legatele a guisa delle filze de’ notai, quelle riponeva in un certo vaso. E sopravenendogli per aventura il padre, gli adimandò quello che far volesse di quelle carte. A cui diede egli questa risposta: Trovasi scritto, o padre, ne’ libri di ragion civile che le sentenzie si deono connumerare tra i casi fortuiti. Io che ho considerata la mente e non la corteccia della legge, ho fatto queste filze per sorte, nelle quali ho notate alcune sentenzie, le quali, a Dio piacendo, quando pel vostro aiuto sarò giudice della gran corte, pronunzierò senza fatica a’ litiganti. Non vi par egli, padre, ch’io abbia sottilmente investigato questa cosa? Il padre, inteso questo, rimaso pel dolor mezzo morto, voltò le spalle, lasciando il disutel figliuolo nell’ignoranza sua.

Non senza grandissimo piacere dell’onorevole compagnia fu ascoltata la dilettevole favola da Cataruzza raccontata. E poscia che sopra di quella ebbero alquanto ragionato, la Signora le ordinò che l’enimma proponesse. La quale senza altro aspettare così disse.