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stato con la moglie tua, ma egli ben mille volte ha contaminato il tuo letto. Udendo queste parole il marito, il furore fu sopra di lui; e guardando sotto il letto, trovò l’adultero e lo uccise. Il pazzo, disceso giù del camino, prese un grosso bastone e ad alta voce cominciò gridare, dicendo: Tu hai ucciso il mio debitore; per Dio, se non mi paghi il debito, ti accuserò al rettore, e farotti reo di morte. Le quai parole considerando l’omicida e vedendo non poter prevalersi del pazzo, constituito in tanto pericolo, con un sacchetto pieno di buona moneta gli chiuse la bocca. Per il che la sua pazzia guadagnò quello che perso arrebbe la sapienza.

Finita che ebbe Lodovica la sua brevissima favola, diede di piglio a uno enimma; e senza aspettar altro comandamento dalla Signora, così disse:

Cortesi donne mie, vommi a trovare
     L’amico che mi dà tanto diletto.
Ed ivi giunta, tosto me ’l fo dare,
     E tra una coscia e l’altra me lo metto
Quella novella poi, che rallegrare
     Tutte vi face, piglio; e inanzi e indietro
Menandola, ne manda un dolce fuore,
     Che languire vi fan spesso d’amore.

Le donne, inteso il dotto enimma, a più potere s’astenevano dalle molte risa; ma astrette dalla dolcezza di quello, non potevano stare che non sorridessino alquanto. Furono alcune che la rimproveravano che con isconci parlari diminueva la sua onestà. Ma ella, sentendosi pungere su l’onore, disse: Un mal disposto stomaco non getta fuori se non cose triste e cattive. Voi che avete il stomaco tutto disconcio, giudicate quello che non è l’intento mio. L’enimma adun-