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ciò li fece parte di tutto quello che avuto aveva. Disse il cavaliere: ancora non mi hai dato la metà di quello che mi viene; perciò che non mi hai data la metà della moglie. Rispose Bertuccio: Ma a che modo faremo noi a dividerla? Rispose il cavalliere: Dividèmola per mezzo. Allora disse Bertuccio: Ah Signore! il sarebbe troppo gran peccato uccidere così fatta donna. Più tosto che ucciderla, prendetela tutta e menatela via; perciò che assai mi basta la gran cortesia che verso me usata avete. Il cavalliere, vedendo la gran semplicità di Bertuccio, disse: Prendi, fratel mio, ogni cosa, che ’l tutto è tuo, e del cavallo, delle vestimenta, del tesoro e della donna ti lascio possessore. E sappi ch’io sono il spirito di colui che fu ucciso da i ladroni ed a cui desti onorevol sepoltura, facendoli celebrare molte messe e divini officii. Ed io in ricompenso di tanto bene ogni cosa ti dono, annonziandoti che a te ed alla madre tua sono preparate le sedie nell’empireo cielo, dove perpetuamente vivrete. E così detto, sparve. Bertuccio allegro con la sua Tarquinia ritornò a casa; ed appresentatosi alla madre per nuora e figliuola glie la diede. La madre abbraccciata la nuora e basciata, per figliuola la prese, ringraziando il sommo Dio che l’era stato così favorevole. E così conchiudendo il fine col principio, per far bene non si perde mai.

Da poi che Lionora mise fine alla sua favola, voltossi verso la Signora, e disse: Signora con licenzia vostra seguirò l’incominciato ordine. Ed ella benignamente rispose che seguisse.